Il terreno su cui sorge l’Azienda Agricola Castello dei Rampolla è di proprietà della famiglia dal 1739. Tanta storia ha attraversato queste terre, ma la nostra inizia a metà degli anni sessanta con il sogno di un uomo, Alceo di Napoli Rampolla. Il sogno è quello di creare un gran vino.
Dopo alcuni anni di produzione arrivano i primi imbottigliamenti con la vendemmia del 1975. È un Chianti Classico, in un periodo in cui il Chianti Classico stenta ad affermarsi e a guadagnare la stima che merita. Alceo ha quindi una intuizione, e decide, insieme all’aiuto del grande enologo Giacomo Tachis, di essere il primo nell’area a piantare il Cabernet Sauvignon, e di tagliarlo con il Sangiovese.
Avviene così in azienda, a pochi anni dalla sua nascita, la prima rivoluzione.
Ormai da vent’anni abbiamo scelto l’agricoltura e la filosofia biodinamica.
Ci siamo resi conto che, per lavorare con la natura, conviene prendersi il tempo per osservarla.
Il cosiddetto terroir altro non è che l’unione e la sintonia di quattro elementi: la terra, l’aria, la vite e l’uomo.
L’osservazione si dedica quindi su questi.
Tutte le operazioni in cantina vengono svolte con l’obiettivo di preservare integra la qualità originale delle uve.
Solo così facendo riusciamo ad ottenere nei vini l’autentica espressione del territorio.
La vendemmia avviene manualmente.
Gli acini vengono introdotti interi in tini di cemento, di cocciopesto e in anfore di terracotta dando così inizio al processo di macerazione e di fermentazione alcolica. Il mosto viene vitalizzato tramite l’utilizzo delle flowforms.
La svinatura avviene con l’utilizzo di una pompa peristaltica e segue una delicata pressatura delle vinacce.
L’affinamento in botte varia a seconda del vino dai dodici ai diciotto mesi.
Il calendario lunare, così come in vigna, detta i lavori nella cantina alimentata da pannelli fotovoltaici.